Alla base dello yoga ci sono otto principi fondamentali, che sono interconnessi e si integrano l’un l’altro. Gli aspetti filosofici dello yoga sono strettamente legati a questi principi, in quanto forniscono una guida per lo sviluppo della coscienza spirituale e per la realizzazione del proprio potenziale.
Integrare gli otto principi nella pratica quotidiana aiuta a sviluppare una vita più armoniosa ed equilibrata. La combinazione di esercizio fisico, respirazione, meditazione e pratiche etiche ci consente di raggiungere, giorno dopo giorno, maggiore consapevolezza, pace interiore e un senso di connessione con il mondo circostante.
Gli otto principi, noti come gli otto rami o gli otto arti dello yoga, furono codificati dal filosofo indiano Patanjali intorno al II secolo a.C. nel suo “Yoga Sutra”. Patanjali è considerato il padre dello yoga e poco si sa della sua vita, ma si pensa che abbia vissuto nel nord dell’India e che abbia scritto gli “Yoga Sutra” per fornire una guida alla pratica dello yoga. Ogni principio da lui descritto si concentra su un aspetto specifico, dalla disciplina morale alla meditazione profonda. È per questa ragione che gli “Yoga Sutra” di Patanjali hanno influenzato la pratica dello yoga in tutto il mondo e sono ancora oggi considerati una fonte di saggezza e ispirazione per gli yogi di tutto il mondo.
Ecco quali sono gli otto principi fondamentali dello yoga:
1. Yama: etica e moralità
Il primo principio fondamentale dello yoga, Yama, si concentra sull’etica e la moralità nella pratica dello yoga. Ci sono cinque aspetti che compongono Yama: Ahimsa, Satya, Asteya, Brahmacharya e Aparigraha.
- Ahimsa: significa non violenza. Questo principio incoraggia a non fare del male a nessuno, né fisicamente, né verbalmente o mentalmente.
- Satya: significa verità. Questo principio incoraggia ad essere onesti con sé stessi e con gli altri.
- Asteya: significa non rubare. Questo principio incoraggia a non prendere ciò che non ci appartiene.
- Brahmacharya: significa controllo dei desideri. Questo principio incoraggia a non lasciarsi distrarre da desideri fisici o materiali e a mantenere la purezza del corpo e della mente.
- Aparigraha: significa non attaccamento. Questo principio incoraggia a non essere attaccati a cose materiali o relazioni personali.
2. Niyama: disciplina personale
Il secondo principio fondamentale dello yoga, Niyama, si concentra sulla disciplina personale. Sono cinque gli aspetti che caratterizzano Niyama: Saucha, Santosa, Tapas, Svadhyaya e Ishvara Pranidhana.
- Saucha: significa pulizia. Questo principio incoraggia a mantenere il corpo e la mente puliti e sani.
- Santosa: significa contentezza. Questo principio incoraggia a trovare la felicità e la soddisfazione nella vita, indipendentemente dalle circostanze.
- Tapas: significa autodisciplina. Questo principio incoraggia a fare sacrifici personali per raggiungere obiettivi spirituali.
- Svadhyaya: significa auto-osservazione. Questo principio incoraggia a riflettere sulla propria vita e sulle proprie azioni per migliorare la conoscenza di sé.
- Ishvara Pranidhana: significa devozione a Dio. Questo principio incoraggia a sviluppare una relazione personale con la divinità o con un potere superiore.
3. Asana: posizioni fisiche
Il terzo principio fondamentale dello yoga, Asana, si concentra sulle posizioni fisiche che vengono eseguite nello yoga. Le asana sono ideate per rafforzare il corpo, migliorare la flessibilità e la postura. Ci sono molte asana diverse, ciascuna con una caratteristica e un’importanza specifica per la pratica.
Gli insegnamenti degli yogi su Asana sono utili per comprenderne la centralità nella pratica: “The Hatha Yoga Pradipika”, uno dei testi antichi sullo yoga, descrive le Asana come un mezzo per mantenere il corpo in salute e per prepararsi alla meditazione: esse contribuiscono a purificare il corpo e la mente, che richiedono costanza e disciplina, ma i benefici sono molteplici e si estendono a tutti gli aspetti della vita quotidiana.
4. Pranayama: controllo della respirazione
Il quarto principio fondamentale dello yoga, Pranayama, si concentra sul controllo della respirazione. La pratica del Pranayama aiuta a regolare il respiro e a ridurre lo stress. Ci sono molte tecniche di respirazione diverse, utilizzate nella pratica dello yoga, come la respirazione diaframmatica, la respirazione a tre parti e la respirazione Ujjayi. Qualunque sia la tecnica utilizzata, Pranayama contribuisce a “migliorare la salute del corpo e della mente” (Yoga Anatomy, Leslie Kaminoff).
5. Pratyahara: controllo dei sensi
Pratyahara è il quinto principio fondamentale dello yoga che si concentra sulla capacità di controllare le percezioni sensoriali e di dirigere l’attenzione all’interno di sé stessi. Questo principio è spesso descritto come la pratica del “ritiro dei sensi”, poiché comporta la capacità di allontanarsi dalle distrazioni sensoriali esterne e di concentrarsi sulla propria esperienza interiore.
Stando a “The Yoga Sutras of Patanjali”, uno dei testi fondamentali dello yoga, la pratica di Pratyahara è un mezzo per raggiungere uno stato di concentrazione mentale e di meditazione profonda. Per T.K.V. Desikachar (“The Heart of Yoga”), Pratyahara rappresenta il miglior modo per allontanarsi dalle distrazioni sensoriali. Risulta essenziale sviluppare la capacità di controllare le percezioni come base per la pratica della meditazione e per raggiungere uno stato di calma interiore.
6. Dharana: concentrazione
Dharana è il sesto principio fondamentale dello yoga che si basa sulla concentrazione mentale. La pratica di Dharana consiste nel dedicarsi ad un oggetto o un pensiero specifico, allo scopo di liberarsi da altre distrazioni mentali. Gli insegnamenti degli yogi sulla pratica di Dharana sono molteplici e si possono trovare in diversi testi: “The Yoga Sutras of Patanjali” descrive la pratica di Dharana come un mezzo per prepararsi alla meditazione. B.K.S. Iyengar, ha invece descritto la pratica di Dharana come un’attività che richiede una grande sforzo e costanza, ma che porta grandi benefici alla mente e al corpo. Nel suo libro “Light on Life”, Iyengar ha sottolineato l’importanza di utilizzare la concentrazione mentale per sviluppare la forza e la calma interiori.
7. Dhyana: meditazione
Dhyana è il settimo principio fondamentale dello yoga che si concentra sulla meditazione. La meditazione è una pratica antica, utilizzata da migliaia di anni per sviluppare consapevolezza e pace interiore, ma non solo. B.K.S. Iyengar, nel suo “Light on Life”, sostiene che la meditazione può aiutare, a ridurre lo stress e ad aumentare la felicità e la soddisfazione. Secondo T.K.V. Desikachar, figlio di Krishnamacharya, uno dei più grandi yogi del XX secolo, la meditazione non solo migliora la salute mentale e fisica, ma ha un ruolo centrale nello sviluppare la creatività e la memoria.
8. Samadhi: illuminazione
L’ottavo principio, Samadhi, si riferisce all’illuminazione o alla realizzazione di sé. Lo yoga può aiutare a raggiungere un senso di pace interiore e di connessione con il mondo circostante: Samadhi è considerato il culmine di questo processo e può essere raggiunto attraverso la pratica regolare della meditazione e della concentrazione. Praticare aiuta a purificare il corpo e la mente e a sviluppare la capacità di concentrarsi e di raggiungere uno stato di calma mentale. Grazie alla pratica regolare, la persona può sviluppare la capacità di raggiungere lo stato di Samadhi.